Recensione – La tela di Carlotta

  • Autore: E. B. White                      
  • Genere: Narrativa                               
  • Prima pubblicazione: 1952                 
  • Prezzo di copertina: 9€                     
  • Numero di pagine: 199                      
  • Casa editrice: Mondadori (Oscar Junior)

L’autore 

Elwyn Brooks “E. B.” White (Mount Vernon, 11 luglio 1899 – Brooklin, 1º ottobre 1985) è stato uno scrittore statunitense, a cui si devono celebri romanzi per ragazzi quali “Le avventure di Stuart Little” (1945) e “La tela di Carlotta” (1952).

La trama 

Può un maiale fare amicizia con un ragno? Certo che si, quando il maiale è un cucciolo come Wilbur e il ragno si chiama Carlotta. Il primo, vivacissimo e curioso, è stato adottato dalla piccola Fern, la figlia del fattore, la seconda, saggia e affettuosa, ha un grande talento artistico per la tessitura delle tele. Sarà proprio Carlotta a escogitare un fantasioso piano per salvare la vita dell’amico. E alla fine anche Fern avrà capito molte cose: per esempio che gli animali sono più vicini di noi al senso della vita… 

Un estratto 

Omaggi” disse la voce. 

Wilbur balzò in piedi.

“…maggi, cosa?” gridò.

 “Omaggi” ripetè la voce. 

“Chi sono questi omaggi e chi sei tu?” strillò Wilbur “Ti prego, ti prego, dimmi dove sei. E cosa sono gli omaggi?”

“Omaggi sono dei saluti” spiegò la voce “Quando io dico ‘omaggi‘ è solo il mio immaginifico modo di dire ‘ciao’ o ‘buongiorno’. In realtà è un’espressione un po’ sciocca, e io stessa mi stupisco di averla usata. Quanto a localizzarmi, è facile: guarda verso quest’angolo nel vano delle porta. Sono qui, guarda, ti sto facendo cenno. 

Finalmente Wilbur riuscì a distinguere la creatura che gli aveva parlato con tanta gentilezza. Tesa attraverso la parte superiore del vano stava una grande ragnatela, dalla cui cima pendeva, a testa in giù, un ragno grigio, grosso come una lacrima di gomma. Stava agitando una delle sue otto zampe verso Wilbur, in cenno di amichevole saluto. 

La recensione 

Prima di leggere questo libro ero una persona profondamente aracnofobica e niente, lo sono ancora. A Carlotta va però riconosciuto il merito di avere una padronanza del linguaggio piuttosto vasta e un’intelligenza niente male. Direi proprio che si tratta del personaggio che mi è piaciuto di più e che meglio incarna quel “senso della vita” a cui si accenna nella trama. Al contrario non mi è proprio andata giù l’evoluzione improvvisa di Fern, che passa dall’allevare Wilbur col poppatoio all’andarsene sulle giostre nel momento più importante. E tutto ciò per un ragazzo, cosa che me la fa apparire ancora più frivola. Per quanto riguarda Wilbur, il protagonista, è un maiale senza infamia nè lode. A suo pro troviamo un’indubbia tenerezza frutto soprattutto della sua ingenuità, per contro un atteggiamento troppo dipendente nei confronti di Carlotta. 

Lo stile è semplice ed elementare, come si ci aspetta da un libro per bambini. Degni di nota i dialoghi tra gli animali, che parlano come esseri umani e vivono i sentimenti degli esseri umani: paura, gioia, malinconia, eccitazione,… L’autore sembra voler trasmettere il messaggio di non badare alle apparenze: per quanto i ragni siano animali con una brutta reputazione, lo stesso Wilbur giudica inizialmente Carlotta assetato di sangue, è proprio un ragno a compiere i ripetuti “miracoli” che salveranno la vita di Wilbur. 

Certamente un racconto bello e che si legge velocemente, tuttavia non ne sono rimasta completamente soddisfatta, probabilmente perché sono troppo grandicella per un libro simule. 

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